Best Italian Creative Destination Awards: intervista a Sergio Emidio Bini, assessore al Turismo del FVG

Con l’obiettivo di valorizzare le destinazioni italiane che puntano sulla cultura, la creatività ed il patrimonio immateriale il Creative Tourism Network® ha creato “Best Italian Creative Destination Awards”, un bando emanato nell’ambito del 2021, dichiarato dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale dell’Economia Creativa per lo Sviluppo Sostenibile”.

La regione Friuli Venezia Giulia è stata premiata come “Miglior Destinazione Creativa d’Italia” (categoria regione).

Abbiamo colto l’occasione per congratularci ed intervistare l’assessore alle attività produttive e turismo del FVG, Sergio Emidio Bini.

Emidio Bini

Complimenti per la meritata premiazione. Perché reputate importante spingere il turismo creativo/esperienziale nella Vostra destinazione?

Sicuramente riteniamo che il fattore esperienza rappresenti ciò che fa la differenza in un viaggio. Da anni portiamo avanti questa convinzione come occasione da offrire a chi ci fa visita, affinché possa scoprire e appassionarsi al nostro territorio attraverso le sue peculiarità. 

Sappiamo che oggi la scelta di una destinazione non è tanto influenzata dalle azioni di promozione dell’ente, quanto, piuttosto, dalle esperienze reali dei turisti sul territorio. Con questo obiettivo abbiamo avviato il progetto degli ambassador, che vede raccontare la nostra regione da alcuni narratori speciali: quale migliore voce se non quella degli abitanti e degli appassionati per trasmettere un luogo o un’attività? Negli anni si sono collezionati numerosi esempi, dal giro delle botteghe artigiane, fino ad arrivare ad abbracciare gli alberi con un esperto, alla scoperta dei boschi e delle foreste di questa piccola e ricchissima regione. Sempre più turisti e visitatori cercano oggi il lato puro e autentico del viaggio: immergersi in una tradizione, mangiare nei locali frequentati da chi ci abita, uscire dalle rotte più turistiche per vivere una vacanza o una gita adattandosi al ritmo di un determinato luogo. Noi pensiamo di mettere a disposizione dei nostri ospiti questo “pacchetto”.

Quali sono, secondo il Vostro parere, le risorse patrimoniali immateriali (gastronomia, tradizioni, musica, artigianato, ecc.) del Vostro territorio con maggior potenziale turistico?

L’enogastronomia e le tradizioni sono due ottime risorse del nostro territorio. Un modo per esprimere le diverse anime di questa regione che, pur in un territorio piccolo, trovano spazio convivendo e rappresentando la vera grande ricchezza del Friuli Venezia Giulia. Figlie di influenze e dominazioni storiche diverse, le tradizioni e le specialità tipiche che si riportano a tavola sono un riassunto perfetto di quello che ha da raccontare il Friuli Venezia Giulia, terra di diverse dominazioni dove in pochi chilometri si custodiscono e preservano usanze e sapori diversissimi e si distingue per la forte identità.

La nostra più grande risorsa immateriale e intangibile è da un certo lato anche il tempo, se pensiamo che in due ore si può arrivare dal mare alla montagna, attraversando la pianura, i fiumi e i colli per abbracciare la laguna, in una varietà di paesaggi davvero unica. La narrazione accordata in questo spazio ci permette di incontrare, conoscere e vivere aspetti culturali inediti e non consueti rispetto a quello che offrono le grandi destinazioni: micro-territorio è sinonimo di micro culture, ben lontane dalle mete dell’over tourism che hanno puntato sulle grandi masse concentrate in poche, le più famose, destinazioni. Noi facciamo il contrario: diversifichiamo l’offerta con piccole masse distribuite su tutto il territorio regionale.

Quale di queste risorse Vi piacerebbe promuovere maggiormente in quanto identifica e rappresenta la Vostra cultura locale?

Sicuramente l’enogastronomia, che rappresenta lo strumento attraverso il quale promuovere il territorio. La Strada del Vino e dei Sapori, la nostra “Route63” dei sapori, è nata con lo scopo di mettere in rete le nostre realtà – produttori, ristoratori, artigiani – creando sei itinerari ideali che riassumono il territorio: la riviera, i colli, la montagna, la pianura, il Carso e i fiumi. Questi percorsi tracciano idealmente i confini di sei diverse identità, confini labili in una continua contaminazione che ha generato innovazioni e alterna grandi chef ai fornelli. L’enogastronomia perché, in questo periodo, con la limitazione degli spostamenti e l’azzeramento del turismo, ha avuto il merito di saper far viaggiare i sapori al posto delle persone, attraversando i confini e portando un piccolo assaggio del Friuli Venezia Giulia a chi è lontano, suscitando ricordi e stuzzicando la curiosità di venirci a trovare non appena sarà possibile.

Considerando le varie opzioni presenti sul Vostro territorio, su quale tipo di turista creativo state puntando?

Il turista curioso che vuole mettere alla prova la propria capacità di perdersi e orientarsi sul territorio. Un turista non guidato, ma che si muove autonomamente alla scoperta della regione e delle sue bellezze attraverso relazioni e sfruttando opportunità autentiche. Un avventuriero, un esploratore sulle orme di Robinson Crusoe, che arriva su un’isola deserta e si abbandona mettendo alla prova le proprie capacità di adattamento e vivendo coinvolgenti esperienze, o del protagonista del romanzo di Jules Verne, che si imbatte nella sfida di un giro del mondo in 80 giorni: chi arriva in Friuli Venezia Giulia vincerà la scommessa e potrà scoprire un piccolo mondo in poco tempo. Qui magari non troverà le grandi opere d’arte e l’offerta artistica e culturale di cui può disporre una grande città, ma apprezzerà la possibilità di avere a portata di mano più paesaggi, ambienti e realtà, di poter godere del mare, della montagna, dell’enogastronomia e della storia in una superficie con poca densità abitativa, potendo usufruire di ampi spazi in mezzo alla natura incontaminata e nei borghi incantati del Friuli Venezia Giulia, 13 dei quali sono stati inseriti tra quelli più belli d’Italia.

Quali sono i vantaggi dello sviluppo creativo sul vostro territorio?

In un’ottica di sviluppo territoriale oggi si deve lavorare per rispondere alle leggi del mercato post-covid, tenendo conto della necessità del turista, sempre più alla ricerca di nuove possibilità e modelli, che alterna alla fruizione della destinazione la relazione con i cittadini. Questa rappresenta una parte fondamentale del prodotto turistico: occorre interrompere il flusso classico per rimettere in mano ai residenti la gestione della relazione turistica, in grado di raccontare veramente il territorio nella sua autenticità. Nulla di diverso dal nostro concetto di “cittadino temporaneo”, un tema che portiamo avanti da diversi anni e attraverso il quale vogliamo far sentire l’ospite parte della comunità e del territorio. Uno sviluppo creativo genera vantaggi dal punto di vista economico, promuovendo anche territori meno conosciuti, che hanno pari dignità in confronto agli altri. 

Intervista realizzata da Ilaria Coribello

Share